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Venerdì, 26 Aprile 2024
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“Il mio sogno è fare il casaro”: Paolo, 22 anni, ha le idee chiare sul suo futuro

Far parte di una tradizione d’eccellenza lunga quasi un millennio è un ottimo motivo per alzarsi presto al mattino

Quando Paolo Anselmi entrò per la prima volta in quel caseificio per lavorarci, non ci poteva credere. Aveva sempre voluto fare il casaro: l’idea di mettere letteralmente le mani in pasta per trasformare latte di qualità in gustoso formaggio era il sogno di una vita.

Eppure, il primo impatto non fu certo facile: levatacce notturne a parte, si accorse presto che le responsabilità assegnate a un ventiduenne alle prime armi erano già grandi. Dalla preparazione della linea produttiva alla gestione della squadra, quello era sicuramente un lavoro che richiedeva dedizione e grande passione. Ma, in fondo, erano caratteristiche che a Paolo non mancavano.

La svolta di Paolo: come appassionarsi al mestiere di casaro

E infatti, oggi Paolo è ancora lì, nello stesso caseificio, e lo vediamo sorridente e felice, soddisfatto per questo suo lavoro che lo appassiona più di ogni altra cosa, tanto da fargli affermare poche significative parole: “Non cambierei mai questo lavoro con nient’altro”.

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Già, Paolo ha inseguito il suo sogno colpito dalla competenza e dall’esperienza del suo maestro, il casaro. Gli è bastato osservarlo all’opera, giorno dopo giorno, nel mettere impegno e passione in ciò che fa, per capire che anche a lui non pesa più alzarsi alle due di notte, che anche a lui piacciono tutte quelle responsabilità, ma soprattutto che anche a lui piace la soddisfazione di sapere che il suo lavoro permette di produrre il formaggio DOP più consumato al mondo, il Grana Padano.

Orgoglioso di produrre un’eccellenza tutta italiana

Sì, perché il caseificio di Volta Mantovana in cui Paolo lavora fa parte del prestigioso Consorzio di Tutela del Grana Padano. Farne parte significa essere sottoposti a un rigoroso Disciplinare di Produzione e a controlli di qualità, necessari per mantenere sempre di altissimo livello la qualità del prodotto finito.

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Ma il motivo per cui Grana Padano è una tale eccellenza è da cercare anche e soprattutto nel lavoro di tanti giovani come Paolo che si stanno impegnando per questa filiera di qualità, che parte dall’alimentazione delle mucche al pascolo, passa dal latte che queste producono e termina tra le esperte mani dei casari (e degli aiuto casari, ovviamente!). Giovani che, in alcuni casi, hanno alle spalle intere generazioni di allevatori o casari e che, nonostante l’età, hanno deciso di caricarsi sulle spalle compiti e mansioni di altissima responsabilità.

Il nuovo linguaggio dei Giovani della Filiera: tradizione, innovazione e sostenibilità 

Basti pensare che, quella del Grana Padano, è una tradizione che dura da quasi mille anni e che nasconde in sé tutto il valore di un territorio che, anche grazie a Paolo e ai tanti Giovani della Filiera, sta crescendo, innovando e rinnovandosi ogni giorno con competenze fresche, proprie di queste nuove generazioni. 

Paolo e gli altri non parlano più solo il linguaggio della tradizione, come facevano i loro padri, i loro nonni o i loro mentori, produttori prima di loro, ma oggi parlano anche quello della sostenibilità ambientale e delle nuove tecnologie, che sono diventate centrali per la buona gestione integrata dell’intera filiera.

E allora, non sorprende che un giovane di appena 22 anni abbia già le idee chiare su ciò che desidera dalla vita. Fare il casaro è il sogno di Paolo e non c’è levataccia notturna che potrà fargli cambiare idea.

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