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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia in crisi

Peste suina: primi danni per l'Italia. Bloccate esportazioni di salumi e carni

Cina, Giappone, Kuwait e Taiwan impongono divieti all’import. Anche la Svizzera adotta restrizioni

La peste suina inizia a provocare danni all'Italia. Sono arrivati i primi stop alle esportazioni di salumi e carni suine prodotti nel Belpaese. Gli acquisti sono stati bloccati Cina, Giappone, Taiwan e Kuwait dopo la scoperta di nuovi casi di peste suina africana. Alcune restrizioni provengono anche dalla Svizzera.

La notizia è stata diffusa da Confagricoltura, che ha convocato la propria Giunta sul tema della diffusione nello Stivale dei contagi di peste suina africana. L'obiettivo è di fare fare il punto sui casi accertati e sulle prime misure adottate sui mercati e a livello europeo. "Ora è necessario agire con la massima tempestività ed efficacia nel campo della sorveglianza e delle misure di biosicurezza per la protezione degli allevamenti”, ha commentato Massimiliano Giansanti, presidente dell'associazione degli industriali del settore agricolo. “In questa fase è anche fondamentale il rigore delle informazioni ai consumatori, evitando qualsiasi speculazione commerciale”, ha aggiunto Giansanti.

La peste suina africana (Psa) è una malattia altamente contagiosa, non trasmissibile all'uomo, ma solo tra maiali e cinghiali, che provoca però danni ingenti agli allevamenti e alla filiera. A novembre, la Germania aveva abbattuto in maniera preventiva migliaia di animali, a causa del diffondersi della malattie in un almlevamento nel nord del Paese. Lo scorso anno le esportazioni italiane del settore suinicolo sono state pari a circa 1,5 miliardi di euro. Di questi, 500 milioni erano destinate ai mercati extra Ue, tra cui la Cina, oggi tra i primi a bloccare gli acquisti. Nei mesi scorsi il Paese comunista aveva dovuto contrastare una gravissima epidemia, che ha portato all'abbattimento di decine di milioni di capi di suini. Per supplire, Pechino aveva effettuato ingenti acquisti di carne suina dall'Europa per far fronte alla notevole interna, dato che il maiale è una delle carni più amate e utilizzate nella cucina cinese. Questo vuoto d'offerta in Asia ha anche condizionato a lungo le quotazioni dei mercati internazionali delle carni suine.

Confagricoltura ha sottolineato che la diffusione della malattia è diventata rapidamente critica. Secondo Giansanti, la si sarebbe potuta affrontare diversamente: "Ad esempio, con l'azione di contrasto sollecitata da tempo a tutti i livelli nei confronti della proliferazione dei cinghiali». Nei prossimi giorni saranno convocate in contemporanea le Federazioni Nazionali di Prodotto dei settori suinicolo ed avicunicolo (a sua volta alle prese con l'influenza aviaria) in modo tale da valutare le richieste da presentare al governo e in ambito europeo per la salvaguardia delle imprese. «Intanto ci siamo già rivolti ad alcuni istituti di credito affinché rivolgano la maggiore attenzione possibile nei confronti degli allevatori in difficoltà", ha concluso Giansanti.

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