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Martedì, 19 Marzo 2024
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Bruxelles potrebbe pretendere standard europei sui prodotti agricoli importati

Le aziende Ue sono favorevoli. La Commissione teme che gli Stati non-membri si oppongano, appellandosi alle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio

È ancora un'ipotesi, ma a poco a poco si fa largo nei funzionari europei l'idea di imporre misure di reciprocità sui prodotti agricoli importati da Paesi esterni al blocco dei 27. Nel suo progetto di relazione sulle clausole speculari, note anche come clausole-specchio, la Commissione europea precisa però che questo approccio richiede "una valutazione caso per caso della loro compatibilità con l'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) ".

Di cosa si tratterebbe in sostanza? L'Unione europea richiede alle aziende agricole determinati standard di produzione, ad esempio dei limiti sull'uso di pesticidi, dei prodotti fitosanitari, chiedendo inoltre un impegno maggiore in termini di sostenibilità, fissando nuovi parametri sia tramite la Politica agricola comune che con la strategia Farm to fork. Tutti questi elementi comportano in molti casi costi maggiori per coltivatori e allevatori, ma al tempo stesso offrono migliori garanzie in termini di salute dei cittadini e salvaguardia dell'ambiente. Dato che con la Pac questi criteri si stanno facendo sempre più stringenti, si sta facendo strada da tempo l'idea di estendere tali standard anche agli alimenti prodotti fuori dai confini dell'Ue, per rispondere in modo ancor più deciso all'emergenza climatica ed evitare che tutto il peso gravi solo sulle imprese europee. Un argomento delicato, dato che tocca gli interessi di aziende agricole di Stati non-membri, nonché di intermediari e distributori, ciascuno con le sue regole e specificità.

Bruxelles in particolare sa di dover fare attenzione alle regole dell'Omc, affinché queste clausole non vengano lette come un ostacolo al commercio e come una forma di “protezionismo” mascherato. L'intento dei funzionari Ue di mettere sullo stesso piano prodotti interni ed importati trova il consenso delle aziende europee, che hanno vissuto finora con malumore le “pretese” di Bruxelles sulla sostenibilità. Alzandosi i costi di produzione, aggravati oggi dalla crisi in Ucraina, temono di subire ancor più la concorrenza dei produttori stranieri, tenuti a rispettare meno regole e livelli qualitativi meno elevati. Nella sua pre-relazione, la Commissione conferma che l'Ue può "intraprendere azioni autonome se necessario per affrontare preoccupazioni ambientali globali o questioni di benessere degli animali". Tuttavia, "alcune misure prese autonomamente dall'Unione europea per regolare gli aspetti ambientali o etici globali dei prodotti importati, anche se sono pienamente conformi alle regole dell'Omc, possono ancora essere controverse per i membri dell'organizzazione", sottolinea la Commissione, che teme veri e propri "rischi di ritorsione" nei confronti dei produttori europei. Misure di questo tipo sono già state incluse nelle norme sull'importazione di prodotti, come carne, cacao e soia, che provengono da aree a rischio di deforestazione.

Al fine di garantire che queste misure siano compatibili con le regole dell'Omc, il rapporto sottolinea che "ogni caso deve essere analizzato attentamente". Da valutare, secondo Bruxelles, anche la fattibilità tecnica ed economica dei meccanismi di controllo nei Paesi terzi. In Francia, si sono già dichiarate favorevoli alle regole speculari l'Associazione del commercio del bestiame e della carne (Interbev), la Fondazione per la Natura e l'Umanità e l'Istituto Veblen, che si occupa di riforme nel campo dell'economia. "Ad oggi, nessun accordo bilaterale già concluso (Mercosur) o ratificato a livello europeo (Ceta) contiene clausole vincolanti su questi temi, anche se affrontano innegabili questioni ambientali, di salute pubblica e di benessere animale", si legge in una nota congiunta diramata dalla tre associazioni. Nel comunicato si cita in particolare la “condizionalità tariffaria”, che permette ai Paesi partner di accedere a quote di importazione o a dazi doganali ridotti. Le conclusioni finali del progetto di relazione sulle misure-specchio dovrebbero essere presentate all'inizio di giugno e si capirà a quel punto quanto Bruxelles potrà osare nei confronti dei suoi partner commerciali.

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