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Sabato, 27 Aprile 2024
Innovazione

In arrivo Elodì, fragola migliorata geneticamente per essere più dolce e resistente

Alla ricerca ha contribuito il Crea dell'Emilia Romagna, per soddisfare le esigenze di clienti, produttori e distributori. Gli ultimi due anni hanno visto un calo netto nei consumi di questo frutto

Dolce, aromatica e ricca di vitamina C. Queste le caratteristiche attribuite ad Elodì, la nuova fragola ottenuta dal Consiglio per la ricerca in agricoltura. La varietà è stata creata per mettere d'accordo esigenze diverse e talvolta incompatibili. Se i clienti sono alla ricerca dei “sapori di una volta”, quindi di un gusto molto zuccherino, le aziende agricole cercano una maggiore produttività, mentre la grande distribuzione vuole frutti più resistenti alle manipolazioni durante il trasporto, affinché arrivino integre nei punti vendita. Una pianta che produce 1 kg di frutti di norma ha un contenuto zuccherino inferiore rispetto ad un'altra che ne produce solo la metà. Allo stesso tempo i composti aromatici vengono liberati più facilmente se le pareti sono più deboli e quindi più deperibili. Desideri quindi non sempre compatibili, ma che Elodì prova a soddisfare grazie ad un programma di miglioramento genetico-varietale svolto dal Crea di Forlì in collaborazione con il consorzio New Plant.

L’obiettivo era quello di sviluppare nuove varietà caratterizzate da una qualità alta, tale da farle spiccare sul mercato, e che avessero un’ottima consistenza. “Volevamo creare una varietà di elevato standard qualitativo soprattutto in termini di aromaticità del frutto, tipico di alcune “vecchie” qualità non più coltivate, in quanto poco performanti dal punto di vista agronomico e commerciale” afferma Giuseppina Caracciolo, che ha coordinato la ricerca sul piano scientifico dalla sede di Forlì del Centro di Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura del Crea. Nel territorio dell'Emilia Romagna, la fragola è stata testata sia nella coltivazione all'aperto che in serra. Il risultato è un frutto di buona pezzatura, dal colore rosso molto brillante, che si spera sarà capace di attrarre i buongustai, delusi in questi anni da fragole troppo precoci e dal gusto scialbo.

"Lo straordinario risultato è quello di avere ottenuto una nuova fragola con elevato standard commerciale (come consistenza e resistenza) e caratterizzata da dolcezza e spiccato aroma. L'alta gamma a cui si rivolge consentirà al produttore di raggiungere interessanti risultati economici", spiega Gianluca Baruzzi, ricercatore del Crea. La creazione di Elodì si inserisce nel progetto SISTER, nato con l’obiettivo di verificare l’idoneità di nuove varietà, con le medesime metodologie di “breeding classico”, operando su pero, melo, pesco e ciliegio. La coltivazione avviene sia con tecniche di produzione integrata che biologica, andando anche a sondare la propensione all’acquisto da parte del consumatore. Tra le finalità, anche quelle di supportare i produttori lungo tutta la filiera, dall’acquisizione dei diritti di coltivazione e sfruttamento commerciale delle nuove varietà, alla preparazione e distribuzione delle piante da coltivare, fino alla commercializzazione del prodotto.

Oggi l'80% della produzione di fragole made in Italy è realizzata in tunnel e serre, che assicurano protezione al prodotto. Negli ultimi 5 anni in Europa sono state immesse 200 nuove varietà di fragole, con un allungamento della stagione rispetto al passato. Ciò nonostante i consumatori sembrano disaffezionati a questo frutto, non riuscendo a ritrovarvi quelle caratteristiche di aroma e sapore che riscontravano nel passato. A causa della pandemia, inoltre, la fragola nei due anni passati ha visto un calo dei consumi, potendosi conservare meno di altri frutti. Hanno inciso inoltre le chiusure di ristoranti e pasticcerie come anche lo stop di matrimoni ed eventi. Elodì prova ad aiutare il rilancio di un prodotto, provando a coniugare gusto e redditività. Ci riuscirà? "Numerose sono le varietà di successo diffuse in passato che si sono pienamente affermate nelle principali aree frutticole nazionali" risponde fiduciosa la dotoressa Caracciolo.

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