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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Il glifosato non fa male": Francia, Olanda, Svezia e Ungheria chiedono all'Ue di non vietarne l'uso

Quattro Paesi vorrebbero che il pesticida possa essere usato in Europa anche dopo il 2022, nonostante siastato classificato dallo Iarc "potenzialmente cancerogeno"

Il glifosato non è dannoso per la nostra salute, per questo non ci sarebbe nessun rischio nel continuare ad utilizzarlo. È quanto è contenuto in un documento che quattro Stati membri hanno inviato all'Efsa, l'agenzia Ue per la salute alimentare, per chiedere che il commercio di questo pesticida all'interno dell'Ue possa essere prolungato oltre il dicembre del 2022, ossia al di là della data di scadenza dell'ultima autorizzazione. A firmare il documento, che contiene degli studi condotti dalle autorità nazionali di questi Stati, sono: Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia.

Il rinnovo dell'autorizzazione all'utilizzo del glifosato è da tempo al centro di un aspro dibattito in Europa e non solo dopo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), che fa parte dell'Oms, aveva classificato nel 2015 il diserbante glifosato come "probabilmente cancerogeno per l'uomo", cambiandone la classificazione da 2b a 2a. Nella stessa categoria sono presenti sostanze come il Ddt e gli steroidi anabolizzanti, ma anche le emissioni da frittura in oli ad alta temperatura, le carni rosse, le bevande bevute molto calde e le emissioni prodotte dal fuoco dei camini domestici alimentati a legna o con biomasse. L'anno dopo la stessa Organizzazione mondiale della Sanità, insieme alla Fao, al termine di un meeting del Panel of Experts on Pesticide Residues in Food and the Environment, ha sostenuto che "è improbabile che il glifosato comporti un rischio di cancro per l'uomo come conseguenza dell'esposizione attraverso l'alimentazione".

In Paesi come l'Italia il pesticida è stato ad esempio vietato nelle aree frequentate dalla popolazione quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma è anche proibito l’utilizzo nei campi per accelerare la maturazione e la raccolta. "L’Italia che puo’ contare sull’agricoltura più  green in Europa deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’Unione" ha chiesto la Coldiretti, aggiungendo che il nostro Paese deve fare in modo che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale "riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri dove viene fatto un uso intensivo di glifosato", come ad esempio le importazioni di grano, ma anche fagioli, lenticchie e ceci provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada. 

Per la mossa di Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia, ha espresso preoccupazione l'associazione ambientalista Heal. In un comunicato stampa, l'associazione ambientalista ha ricordato che il glifosato ha effetti molto dannosi per la salute degli esseri umani, tanto che l'esposizione al pesticida, oltre ad essere collegata ad alcuni tipi di cancro, può portare conseguenze negative sullo sviluppo e sul sistema ormonale. Ad accendere il dibattito in passato sul pesticida sono stati i cosiddetti "Monsanto files", ottenuti durante le cause legali statunitensi contro il gigante agricolo, di proprietà della tedesca Bayer, che comercializza il prodotto, e che mostrerebbero che l'azienda avrebbe provato a condizionare la letteratura scientifica in materia per farle sostenere la sicurezza del glifosato. Contemporaneamente, l'industria avrebbe condotto campagne per screditare gli accademici che avevano sostenuto il contrario, in modo tale da insabbiare le preoccupazioni connesse al rischio dell'esposizione a questa sostanza.

Negli Stati Uniti migliaia di cittadini hanno accusato la multinazionale di aver causato loro il cancro, e alla fine l'azienda ha patteggiato risarcimenti per 10 miliardi ai querelanti. Per questo anche Heal ha invitato l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all'Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) a basare la valutazione della riapprovazione sul mercato del glifosato su basi scientifiche autonome e indipendenti, che siano il più neutrali possibile. Per altro la posizione del Parlamento europeo sulla questione è in linea con le preoccupazioni esposte da Heal e da Airc, tanto che nella risoluzione sulla "Strategia dell'Ue sulla biodiversità per il 2030 - Riportare la natura nella nostra vita", aveva chiesto di vietare il glifosato dal 2023.

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