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Sabato, 27 Aprile 2024
La decisione

L'Europa pescherà più tonno rosso

Accordo Ue per il 2023: riduzione delle giornate per la pesca da traino e stop di sei mesi per le anguille. Previsti meccanismi di compensazione per le imprese danneggiate

Aumenta nel 2023 la quota per il prelibato tonno rosso da pescare nelle acque dell'Unione europea. Nello specifico l'Italia ha ottenuto un incremento pari ad oltre 530 tonnellate per la sua quota. È questa una delle decisioni più significative adottate dai ministri di Agricoltura e Pesca degli Stati membri, riunitisi nei giorni scorsi a Bruxelles. Al contempo però l'accordo prevede la riduzione delle quote del gambero di profondità come pure dei giorni di attività per i pescherecci da traino. Per alleviare i problemi economici di un settore già fortemente colpito dagli aumenti di carburanti, sono stati previsti meccanismi di compensazione per le imprese e il divieto di pesca ricreativa.

Giorni di mare ridotti

I negoziati relativi alle opportunità di pesca nell'Atlantico, nel Mar del Nord, nel Mediterraneo e nel Mar Nero sono andati avanti per circa 36 ore, al fine di approvare il regolamento valido per il prossimo anno. I giorni in mare per i pescherecci da traino nel Mediterraneo sono stati ridotti del 7% al fine di garantire una maggiore sostenibilità e proteggere gli stock demersali, cioè le specie ittiche che vivono nei pressi dei fondali. I ministri hanno deciso di continuare ad utilizzare il meccanismo di compensazione istituito per la prima volta nel 2022, "assegnando un +3,5% di giorni aggiuntivi ai pescherecci da traino", purché rispettino condizioni specifiche come incentivo per aumentare la protezione dello stock, ad esempio attraverso la selettività o le chiusure. I ministri hanno inoltre concordato di ridurre del 3% i limiti massimi di cattura per gli stock di gambero viola e rosso e di gambero rosso gigante in Corsica, nel Mar Ligure, nel Mar Tirreno e in Sardegna. 

Restrizioni per l'anguilla

Misure particolari sono state dedicate all'anguilla, a rischio di estinzione per l'eccessivo sfruttamento. Per questa ragione è stata prolungata da tre a sei mesi la chiusura per qualsiasi attività commerciale connessa al recupero di questa specie. Una scelta fortemente contestata da Europêche, che riunisce le imprese di pesca a livello europeo, dalla Feap, la Federazione specializzata in acquacoltura, nonché dalla Copa-Cogeca, l'organizzazione che riunisce aziende e cooperative agricole dei Paesi membri. "La chiusura totale delle attività legate all'anguilla non migliorerà la situazione perché non risponderà ad alcuni dei fattori chiave che hanno un impatto sulle popolazioni", scrivono in una nota congiunta i tre enti, che indicano come fattori chiave della riduzione della popolazione fenomeni quali la pesca illegale e non regolamentata, la gestione dei cormorani o la facilitazione della migrazione naturale lungo i fiumi. Tra gli elementi di rischio figurano anche la produzione di energia idroelettrica, l'inquinamento ed altre attività antropiche indirette.

Soddisfazione italiana

L'accordo è stato accolto invece con soddisfazione da Francesco Lollobrigida, ministro italiano all'Agricoltura, che rivendica come un successo la riduzione dei limiti di cattura di pesca del 3% per i gamberi di fondo. Si tratta di una soglia ben inferiore alla cifra inizialmente messa sul tavolo del Consiglio pari al 7%, una percentuale già di per sé di gran lunga inferiore rispetto a quanto originariamente proposto dal Comitato scientifico della Commissione europea. "Portiamo a casa risultati che rendono giustizia ai sacrifici dei nostri pescatori e dei nostri operatori", ha commentato il ministro al temine dei negoziati, rivendicando come un successo della delegazione italiana anche la salvaguardia della possibilità di pesca dell'anguilla nel mese di dicembre.

Stock ittici pluriennali

Nel corso della riunione si è discusso anche della proposta di definire gli stock ittici commerciali sul lungo periodo e non più su base annuale. La misura, dicono i proponenti, garantirebbe maggiore stabilità e capacità di pianificazione da parte delle imprese ittiche. L'idea, avanzata da Francia, Portogallo e Spagna, è stata valutata con favore da diversi Stati membri. Lollobrigida è rimasto invece molto cauto a tal proposito. "Se da un lato una Tac (totali ammissibili di cattura, ndr) su base pluriennale darebbe un riferimento più stabile alle imprese, dall'altro potrebbe limitare la necessaria flessibilità e velocità di adattamento ad impreviste necessità ecologico-economiche", ha dichiarato il ministro. "Riteniamo anche che la facoltà degli Stati membri prevista dalla Politica comune della pesca debba adattarsi ai diversi contesti, anche a livello regionale e possa essere messa a rischio se diminuita", ha aggiunto il capo del dicastero. Da notare come questa definizione di stock su base pluriennale si baserebbe sulle indicazioni del Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare di cui "storicamente l'Italia non è un membro", come ha ricordato lo stesso Lollobrigida. Un elemento che limiterebbe quindi la capacità di influenza sulle decisioni da parte dello Stivale. La proposta rimane al momento in sospeso e sarà oggetto di discussioni in un futuro prossimo.

Pesca eccessiva legalizzata

Le organizzazioni che si battono per una maggiore sostenibilità della pesca e la tutela del mare reputano dal canto loro insufficienti le misure adottate dagli Stati membri. "La prospettiva dei ministri è miope in particolare nel Mediterraneo, dove i ministri di Francia, Spagna e Italia non reagiscono come dovrebbero alla pesca eccessiva e alle crisi climatica e della biodiversità", ha commentato Vera Coelho, direttrice dell'Ong Oceana Europa rispetto all'accordo raggiunto dal Consiglio Ue. L'Ong evidenzia come altro capitolo critico dell'accordo sono le misure per la riduzione delle catture dell'anguilla europea, specie ad alto rischio estinzione, su cui "è svanito l'impegno dei ministri della pesca dell'Ue nei confronti della scienza", scrive l'ente ambientalista in una nota, affermando che i ministri dell'Ue hanno per anni ignorato i pareri scientifici, "legalizzando quindi la pesca eccessiva".

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